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Culinaria
Caffé
Il caffé in Italia é indubbiamente buono, impresa non difficile se accostato alle ciofeche propinate all’estero, anche se i nostri vicini si sono forniti di macchine espresso e i ristoratori italioti abbondano..ma adattati al gusto locale e con le miscele locali...
Però...se uno vuole farsi il caffé in casa, ed ha a disposizione qualcosa di meglio di una neurotossica moka d’alluminio, cosa fa? Per qualcosa di meglio non intendo le micidiali elettro-rapide-cialde-imitazione dell’espresso, ma le macchine professionali o semi: dalle mitiche ‘La Pavoni’ alla Elektra (a leva o mini casa) alla Cimbali Junior...se ne trovano molte di buon livello..e altrettanto buon prezzo (ma anche qui una giudiziosa ricerca dell’usato fa miracoli).
Il risultato é però un caffé che non ha paragoni con quello della moka, ma anche - con il caffé giusto -migliore (!) di quello del bar. E migliore vuol dire esattamente questo: non solo una quantità maggiore delle 4 goccie dense e scure che ti propinano in giro, ma un caffé meno bruciato, più ricco di aromi e gusto. Ma come?
E il problema infatti é trovare il caffé giusto: per fare un espresso ‘da bar’ le miscele o monoqualità vengono spesso torrefatte con una tostatura eccessivamente scura, che rovina irrimediabilmente i sapori; e in ogni caso il prodotto di origine, per quanto arabica sia, non é generalmente eccezionale: mediamente buono sì, ..ma solo per chi si é abituato. Dove cercare allora?
In una delle tante peregrinazioni su Internet avevo trovato notizia di un’iniziativa molto interessante: la ‘Cup of Excellence’: ogni anno, nei principali paesi produttori, i piccoli produttori, singoli contadini o cooperative, presentavano il proprio caffé ad un concorso nazionale dove una giuria li assaggiava ‘alla cieca’; i migliori venivano premiati e andavano all’asta, spuntando prezzi molto più alti della media ( e anche molto più del cosiddetto FairTrade, che garantisce solo un 10% medio in più rispetto al mercato): così i produttori (sia i diretti interessati sia i vicini per imitazione) sono spinti a migliorare costantemente la qualità. Risultato: dei caffé al vertice dell’eccellenza.
Ovviamente li ho cercati dappertutto, anche in Italia, ma qui i risultati sono stati deludenti: nessuno, nonostante alcune dichiarazioni, vendeva le qualità pure della Coppa. Quindi all’estero, dove alla fine ho trovato un (piccolo) distributore che gira il mondo per partecipare alle aste della Coppa..e conoscere anche altri piccoli produttori. Ma la fatica é valsa la pena, questo signore mi rifornisce di caffé che sono su un altro pianeta rispetto a ogni altro che trovo in Italia: descrive una varietà come: ‘Creamy, milk chocolate, green apple, mouthfeel.’ e tutti i sapori ci sono! (Purtroppo con la rivalutazione della sterlina i prezzi sono un poco cari, cui si aggiunge un trasporto oneroso...ma vale la pena; dopo averlo provato l’altro caffé sembra carbone...anche con la moka!)
venerdì 23 novembre 2012